lunedì 5 ottobre 2015

Le tombeau des lucioles

Do questo titolo perché l'ho guardato in francese... wow, e dire che io volevo parlare di un film di tutt'altro genere.
Che dire... ho appena finito di guardarlo e mi veniva già da piangere all'inizio, quando è comparso un ragazzino sullo schermo, su sfondo nero, vestito come un soldato, che dice una sola, unica frase prima che cominci il film "la sera del 21 settembre 1945 sono morto". Brividi.
È una storia tristissima, una delle tante che hanno origine con la guerra e che insieme formano la tragedia che essa comporta. Questa ha luogo in Giappone, nel 1945, poco prima della resa del paese, e i protagonisti sono due bambini; la piccola Setsuko di soli 4 anni e Seita, il fratello maggiore, di 14 anni.
Vivevano a Kōbe durante il conflitto insieme alla madre, mentre il padre era via in quanto membro della marina giapponese. Quel giorno i tre si sarebbero stabiliti presso un rifugio e la madre era uscita prima di loro quando, improvvisamente, cominciò a suonare la sirena; il cielo era solcato da aerei nemici e presto piovvero bombe incendiarie sulle case e sugli abitanti indifesi che correvano per le strade. Seita caricò in spalla la sorellina e corse a perdifiato, alla ricerca di un posto sicuro e una volta che l'allarme finì e gli aerei si ritirarono, tornò al villaggio per vedere tutto bruciato. Allora andò in cerca della madre per trovarla in un ospedale improvvisato, irriconoscibile, ustionata e bendata in tutto il corpo. Il giorno dopo venne "gettata" in una fossa insieme agli altri cadaveri.
A Seita e Setsuko non restò altro che andare a vivere con la zia che, se da principio sembrava gentile e disponibile, ben presto li fece sentire un peso "il cibo è per chi lavora" disse un giorno senza mezzi termini, inoltre, il suo attaccamento alla causa imperialistica la rendeva insofferente alla loro "passività" nei confronti della guerra. Così loro ben presto se ne andarono, rifugiandosi in una sorta casa, o covo, abbandonata; i primi tempi andarono anche bene, nonostante le punture degli insetti, ma poi il cibo andò via via scarseggiando. Tanto che la piccola Setsuko si ammalò a causa della denutrizione e il fratello fu costretto a rubare, fin quando non venne colto sul fatto e pestato a sangue, dopodiché passò a rubare quando l'allarme in paese suonava e tutti lasciavano incustodite le loro dimore. Ma la piccola non migliorava, anzi, stava sempre peggio, così si decise a partire per un po' per andare a ritirare dei soldi (ma perché non lo ha fatto prima io mi chiedo?!?!?!?! Non sono certo comparsi all'improvviso!) e lasciò la sorellina al covo, da sola. Mentre era alla banca ebbe la terribile notizia che il Giappone si era arreso, che aveva perso la guerra, e che della marina non restava nulla: suo padre era morto.
Fece ritorno al covo con un'anguria e altro cibo, solo per trovarci Setsuko delirante... una delle scene più strazianti. Quando arrivò, la trovò distesa su un giaciglio, la bambola in grembo e qualcosa in bocca che succhiava: una biglia. Nel momento in cui lui se ne accorse e gliela tolse di bocca, lei prense due sassi che giacevano lì vicino e disse "guarda cosa ho preparato per te: una polpetta di riso.. e anche una schiacciata. Ma perché non le mangi?". Qua mi si è spezzato il cuore... che momento tremendo. Lui le mette in bocca un pezzo di anguria e lei, dopo averlo ingoiato dice che è buono e lo ringrazia per tutto... dopodiché non aprirà più gli occhi, come dirà lui stesso.
Rimasto solo, Seita compra una sorta di cassa al cui interno mette la sorella e la brucia, i resti li mette nella scatola delle caramelle multi-gusto che a lei piacevano tanto.
Non so cosa accade dopo, finisce così... non capisco come sia potuto morire pochi giorni appresso pure lui, in una stazione, appoggiato ad una colonna, tra l'indifferenza o anche la ripugnanza dei passanti, vicino a lui la scatola di bon bon. L'unica spiegazione è che si sia lasciato morire, stremato ormai da quella che non era più definibile vita, ma mera sopravvivenza. Aveva lottato per mesi, per ottenere nulla; aveva perso la madre, il padre e pure la sorella. Penso che chiunque, a quel punto, sarebbe stato stanco, tanto da lasciarsi andare, ormai solo.
Credo ci sia un passaggio che ho perso, perché su internet ho letto una frase in italiano che però son certa di non aver udito nella versione francese, senza poi togliere che ho notato, al termine, una differenza di quasi 10 minuti. La cosa mi dispiace, perché riguardava le lucciole, che hanno accompagnato i due fratelli per buona parte del film, anche sul finale, quando i loro spiriti finalmente si riuniscono e loro guardano la città seduti su una panchina, attorniati da migliaia di lucciole. Devono avere un significato che io mi rammarico di non aver colto...

E' un film toccante e straziante, racconta la guerra, le sue atrocità: parla di quello che porta con sé, solitudine, disperazione, distruzione, fame, povertà e tanta sofferenza. Ti viene il magone, ti senti male a vedere i due fratelli che cercano di sopravvivere attraverso la guerra, quando Seita, che per tutto il tempo cerca di essere forte per la sorellina, si spezza e finisce in lacrime... forse una roccia è tale anche perché si sgretola, chissà.

A novembre sarà per due giorni al cinema, credo meriti vederlo

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