giovedì 15 ottobre 2015

lo sgomento di un pomeriggio al doposcuola

Ieri, come ogni giorno, ero al doposcuola di una parrocchia per aiutare i ragazzini di elementari e medie a fare i compiti, e mi è capitato di fare antologia con un ragazzo di seconda media che  non ha voglia di fare niente, e i suoi compari uguale, poco da dire. Ebbene, guarda caso, uno dei testi che doveva leggere era tratto dal Diario di Anna Frank.
Stavamo leggendo l'introduzione, ove veniva spiegato che i Frank erano una famiglia di ebrei che dalla Germania si è dovuta trasferire in Olanda quando Hitler ha emanato le leggi razziali. Stavamo per cominciare il testo quando il ragazzo mi chiede "ma erano ebrei?", io l'ho guardato e faccio "eh si, lo abbiamo appena letto, vivevano in Germania e quando Hitler è diventato cancelliere e quindi ha iniziato ad emanare varie leggi razziali, sono dovuti scappare" dopodiché ha avuto luogo una discussione che ho voluto rimuovere il più possibile per l'orrore e lo sdegno che mi ha causato. Non ricordo esattamente lo svolgersi del dialogo, ma so che uno si è intromesso, da un altro tavolo, dicendo che ero una sfigata perché quel che avevo detto non faceva ridere, io rispondo che il mio obiettivo non era affatto far ridere dal momento che sono morte milioni di persone e il "assistito" risponde accanto a me "ma bon dei, sono solo stati mandati nelle docce". Ed ecco perché sono contraria alle battute in merito a tragedie, forse possono far ridere (neanche tanto), e la mia non è mera bigotteria, ma sminuiscono terribilmente quello è stato tra i maggiori crimini contro l'umanità che hanno mai avuto luogo nella storia. E non posso accettare che la cosa venga ridotta a battute così pessime e di bassa lega come queste, qua non si tratta nemmeno più di rispetto verso di noi che gli aiutiamo, ma di rispetto nel confronto di una popolazione intera, dell'umanità. E più passano gli anni, più vedo che stiamo regredendo in tal senso, e che i ragazzini prendono tutto sotto gamba e sul ridere, cose che invece dovrebbero essere scioccanti. Ma non ne parlano a scuola? Eppure ricordo che quando andavo io alle medie, e non era neanche tanto tempo fa, dal momento che ho 20 anni, abbiamo parlato del giorno della memoria e che cosa si ricordi quel giorno. Giuro che la frase "li hanno solo mandati nelle docce" mi ha fatto accapponare la pelle, mi ha disgustata, avevo quasi il voltastomaco e mi sono ritrovata così a raccontare, insieme a un ragazzo che anche aiuta a dare ripetizioni e che interveniva ogni tanto, una buona parte di quello che accadeva, e che le docce non erano neanche il peggio: che venivano vestiti di soli cenci e zoccoli di legno, che fosse inverno o estate; che veniva loro tolta ogni dignità ed identità con la rasatura del cranio; che erano praticamente lasciati affamati; che erano sfruttati in nome della frase "il lavoro rende liberi"; che venivano messi in fila in cima ad una fossa, legati l'uno all'altro e che poi sparavano al primo della fila, che cadendo trascinava tutti con sé. Forse siamo stati un po' duri e crudi, ma se devi parlare così leggermente ed allegramente di qualcosa, è giusto tu sappia esattamente che cosa stai schernendo. E credo e spero l'abbia capito.
Che rabbia, sono queste cose che mi tolgono ogni speranza nel futuro e nelle generazioni che un giorno verranno a formare la società. Sono ancora senza parole ed allibita.
La persecuzione degli ebrei e la loro fine sono pensieri che mi occupano la mente di tanto in tanto e mi angoscia, perché non mi capacito di come qualcuno, molti a onor del, sia stato così crudele da poter infliggere ad una persona tali atrocità, e mi spaventa. Mi spaventa anche perché questo fatto dovrebbe aver insegnato qualcosa ai posteri per far sì che tali orrori non accadano più, e non solo alcuni ancora non credono sia accaduto sul serio, ma pure ci si scherza sopra! E questo è il terreno migliore per far maturare altre situazioni simili.

Nessun commento:

Posta un commento