venerdì 23 ottobre 2015

la ragazza che rincorreva gli unicorni: intro

Lungo tutta la mia giovane vita, fino ad oggi, ho rincorso vari e molteplici unicorni. Unicorni di varie dimensioni, piccoli e grandi, alcuni anche alati; insomma, erano diversi l'uno dall'altro.
Tutto è cominciato parecchi anni fa, quando ero piccola. La mattina di una giornata di sole avevo  guardato  un episodio del mio cartone preferito in cui compariva un unicorno con le ali, e il pomeriggio sono andata in quello che ora desumo fosse un maneggio dove ho visto tanti, tanti, tanti unicorni. Era stupendo, pensavo di essere approdata in un sogno divenuto realtà, entrata in un mondo magico. Cominciai a correre loro dietro, alla ricerca del magico corno, che avevo capito essere pieno di poteri, e quando finalmente ne raggiunsi uno, amaramente scoprii che sulla sua fronte non svettava alcun corno, e guardandomi in giro mi resi conto che nessuno ne aveva uno, che erano solo semplici cavalli e nulla più. La delusione mi colpì in pieno volto con la potenza di uno schiaffo, quasi un pugno.
Da quel giorno attribuii la figura di unicorno a tutti i sogni, le speranze e le illusioni che facevo e avevo. Li idealizzavo, e ora li definisco, così perché, alla fin fine, erano qualcosa che, col senno di poi, mi sono resa conto essere difficili da raggiungere, che inseguivo vanamente. E dentro di me lo sapevo, ma non volevo accettarlo e continuavo la mia folle corsa, per cercare quanto meno di sfiorare quello che volevo, che desideravo, che bramavo. Per questo corsi molto, fino a perdere il fiato, fino allo stremo delle forze, e talvolta sono pure caduta rovinosamente a terra, fissando la linea dell'orizzonte ove erano spariti.
Di alcuni ho riso e rido tuttora, altri mi hanno fatto così male, li vedevo così reali, così vicini, tanto da quasi toccarli, che quando si sono dissolti davanti ai miei occhi, qualcosa di me è andato in frantumi, perso per sempre. Certi li porto sul volto, negli occhi; mi hanno cambiata, hanno modificato la mia visione delle cose, hanno portato via una parte di me, nel loro galoppare, che mi ha fatto sentire persa, vuota.
Non sono più chi ero prima di iniziare a correre, non sarò più quella che sono ora quando riprenderò la corsa.

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