E scomparirai mio piccolo ricordo, la tua sorte sarà simile
a quella del colore di una maglietta stinta; sbiadirai.
Di te non resterà che un nome che rimbalza ogni tanto nel
cervello, non sarai altro che un oggetto nascosto sotto al letto, un volto in
una fotografia, una lettera in un cassetto. Unici testimoni di ciò che eravamo,
unica traccia di noi.
Perché talvolta mi chiederò se ci sia mai stato un noi. E la
fantasia verrà a colmare quei buchi che il tempo ha scavato, momenti che porta
via con sé, nell’oblio che tu stesso mi hai incitato ad accogliere a braccia
aperte.
E laddove le mie forze non ce la fanno, ci pensano i giorni,
i mesi che passando portano via, pian piano, i nostri resti, come un fiume in
piena fa con i detriti del suo letto…
E la fantasia si confonderà con la realtà, fino a far
diventare il passato un semplice sogno, o incubo. Così non sarai altro che una
semplice immaginazione, un’invenzione della mia mente.
Non sarai più qualcosa di chiaro, perderai la tua fisionomia
e diventerai un pensiero, un chiodo fisso sul muro che rappresenta la mia vita.
Non sarai un’immagine nitida, ma una presenza sfocata. Un flash che si
ripresenterà davanti ai miei occhi in un giorno di pioggia, o in una notte
d’estate sotto il cielo stellato. Sarai quella sensazione di vuoto, quella mano
sola che reclama una tenera stretta, quelle labbra che dolgono dal desiderio di
un bacio.
Cosa mi porto dentro? Un sentimento che la notte, talvolta,
si fa sentire, prepotente, ma che durante il giorno sparisce, e questo avviene
gradualmente ad ogni nuova alba.
E’ questo il destino dei ricordi; alcuni rimangono
indelebili, mentre molti tendono a svanire oppure a essere modificati secondo
la propria visione delle cose, in base a come avremmo voluto che gli eventi
andassero.
A quel punto non avrà più senso rimuginare sul passato e, un
giorno, improvvisamente, e senza neanche rendermene conto, smetterò di
pensarci. Finché ciò che è rimasto del passato non verrà solleticato da una
situazione presente, una situazione analoga.
Allora riscoprirò quel chiodo, arrugginito, ma sempre lì presente a se
stesso. Maledetto.