domenica 10 marzo 2013

E nonostante tutto, semplici estranei


Ed ecco qua qualcosa che ho scritto un po' di tempo fa...
<<E ci ritroveremo sulla panchina di un parco, nella stagione in cui tutto comincia a morire: le foglie ingialliscono e cadono portate via dal vento, il sole diventa sempre più assente, il freddo è più pungente e la vita cessa lentamente. Saremo lì, seduti fianco a fianco, privi della memoria dell’altro. Come due sconosciuti ci racconteremo la nostra vita, le nostre avventure, i nostri sogni andati in frantumi, le nostre speranze deluse e i nostri castelli che, costruiti in aria, ci sono crollati sulla testa quando più li credevamo resistenti; parleremo del nostro passato, di quello che è stato e di quello che sarà, ma non di quello che è. Probabilmente perché del passato abbiamo i ricordi, del futuro abbiamo la paura, ma del presente nulla se non l’attimo che ogni istante viviamo.
Una volta pronunciata l’ultima parola, soddisfatti o meno dell’incontro, ci alzeremo con una conoscenza dell’altro inferiore rispetto all’inizio dell’interludio. Ce ne andremo senza voltarci indietro, come se non fossimo mai stati vicini, come se non avessimo mai parlato, come se non ci conoscessimo e come se non fossimo mai stati assieme in un passato ormai dimenticato.>>

Nessun commento:

Posta un commento