mercoledì 27 maggio 2015

Che stufa

Buonasera, quest'oggi è la mia parte fastidiosa che parla, come la maggior parte delle volte d'altronde. Ebbene, poi dicono che sono stronza, che ho il dente avvelenato, che sono cattiva e me la prendo con gente a caso. Può essere anche vero, tuttavia non sono così orribile come mi descrivono; mi prudono le mani per quanto vorrei prendere tutti a parole, lanciargliele contro come fossero sassi, eppure non lo faccio, che sia la mia parte razionale a frenarmi o la paura di fare l'ennesimo danno nelle mie relazioni sociali? Non lo so, sta di fatto che sto facendo la brava ragazza, questo conta in fondo. A fanculo voi coi quali devo trattenermi e trattarvi coi guanti. FANCULO. Vorrei avere qualcosa da distruggere sotto mano, quello che mi viene meglio; sono un miscuglio di emozioni e pensieri negativi, e sono sull'orlo dell'esplosione.
Sono così stufa, di pensare, di stare in un angolo, di stare male. Il mal di stomaco mi tormenta da ormai due anni, imperterrito, sempre presente, sempre in agguato, pronto a rovinarmi qualsiasi momento piacevole io possa trascorrere.
Camminavo per strada questo pomeriggio, mi sono fatta prendere dalla voglia di farmi qualche chilometro a piedi fin casa e l'ho assecondata e, ovviamente, camminando, con anche della musica nelle orecchie, la mente vaga, la mente viaggia, la mente vola... Ero nei pressi di casa ormai quando il senso dei miei pensieri mi colpisce. Stavo pensando all'ipotesi di andare all'università l'anno venturo, settembre ormai è vicino a dire il vero, e ho ricordato l'ultimo anno di superiori: insopportabile. Mi sono ricordata dei miei attacchi d'ansia che si potrebbero chiamare giornalieri, mi sono ricordata del mal di stomaco mattutino, di quanto soffrissi in classe, della nausea in certi momenti davvero intollerabile, istanti in cui avrei solo voluto correre fuori dalla classe e rinchiudermi in bagno, per non uscirne mai più. E invece cercavo di mantenere la calma, di fare finta di niente, impassibile al banco che mi sforzavo di seguire la lezione e di non uscir di senno. E la sola idea di ripetere l'esperienza mi ha mandata fuori di testa, sull'orlo di un attacco di panico. Mi sentivo frustrata, mi sentivo impotente, mi sentivo stanca, tanto tanto stufa, avevo voglia di gridare, di piangere a dirotto, e invece ho dovuto ricacciare indietro le lacrime e continuare a camminare verso casa, altro non potevo fare, altro non POSSO fare. Mi rendo conto che ci siano problemi peggiori, persone messe peggio di me... ma ne ho davvero abbastanza dei bruciori di stomaco, di non essere in grado di uscire talvolta perché mi sento sull'orlo del vomito, di non riuscire a mangiare, di essere a tavola con delle persone e cominciare a sentirmi male, terrorizzata dal fatto di poter vomitare da un momento all'altro davanti a tutti, dei blocchi alla gola che mi danno l'impressione di essere strangolata, di avere problemi, talvolta, anche quando sono in auto. Mi chiedo se me ne libererò mai, mi opprime il pensiero che possa accompagnarmi ancora per anni e anni. Non si può far niente, ansia... Se è davvero solo ansia tra poco l'unica soluzione sarà impasticcarmi...

sabato 16 maggio 2015

aaaargh

Rabbia. Rabbia, rabbia, rabbia, rabbia. Ho un livello di rabbia che sta viavia raggiungendo i limiti di sicurezza, il limite massimo.
Sono stanca, stufa. Ho litigato cosi' tanto nelle mie relazioni interpersonali che davvero non ne posso piu', io non voglio piu' discutere e cerco dunque di non farlo. Fatto sta che mi arrabbio lo stesso, e sto raccogliendo rabbia come il contadino raccoglie i frutti del suo orto e poi li immagazzina. Non capisco piu' niente, non capisco se sono io il problema, troppo intransigente, troppo irascibile, o se davvero e' la gente che non sa quel cazzo che fa. Che devo pensare?
Per quanto non voglia litigare, non riesco nemmeno a scongiurare completamente il pericolo: non riesco, non voglio. Io VOGLIO sia PALESE che qualcosa non va, che ho le palle girate, che sono incazzata. Voglio che la persona se ne accorga, che se ne avveda e si preoccupi. Non capisco perche' io voglia rendere noto questo mio stato d'animo, pero' e' cosi'. Forse davvero devo minare le cose, altrimenti non sono contenta. Probabilmente e' cosi. Sono una persona che deve rovinare tutto, distruggere cio' che ha costruito. Altrimenti non trovo altre soluzioni alla situazione.
Comunque vaffanculo, sempre le stesse storie trovo, sempre gli stessi problemi, stessi fastidi. Che poi non ho nemmeno tutto 'sto torto nei casi di questi giorni, avendone parlato con qualcuno che, si presume, abbia piu' cervello di me. Per cui, cazzo, VAFFANCULO. Sono stufa di passare sempre per suonata, me ne sono pure convinta. CAZZO.
Sono cosi' nervosa che ho fin l'urgenza di camminare, camminare, camminare, camminare e camminare avanti. Farei chilometri.
E vorrei essere lasciata in pace ogni tanto, tranquilla, non continuamente tormentata. Ma mollami pure tuuuuuuuuuu! Ma bastaaaaaaa! Ma che cazzo volete da me? MA CHE CAZZO VOLETE DA ME?! non si capisce che non ho COGLIONI di parlare? no? NO?! Non sara' piuttosto che non vuoi vedere che non mi va? Che non capisco che cazzo di problema hai a volte?
E tu non capisci nemmeno che certe cose mi fanno incazzare? NO?! Sei stupido?! Fai avanti allora, un giorno ti scannero' vivo.

Almeno ho trovato una canzone che non ascoltavo da tempo...
E a te, che probabilmente starai leggendo, cazzone, so che stai annuendo pensando che si', sono suonata. Fanculo pure tu.