domenica 8 novembre 2015

cip cip fa l'uccellino

Sono le 3 di notte e ho già iniziato tre post diversi per poi chiuderli, insoddisfatta di quello che stavo producendo. Sono le 3 di notte e ogni tanto sento degli uccellini cinguettare: che invidia.
Vorrei essere un uccello, una rondine forse, così elegante e bella, e librarmi nel cielo, libera. Mi ricordo che anni fa avevo fatto un tema proprio sulla libertà, se non erro, e io ero finita a portare come esempio i gabbiani che volano sopra il mare; la mia prof ha stroncato la mia idilliaca immagine dicendo che i gabbiani non volano in quanto lo vogliono, bensì perché è l'unico modo che hanno per nutrirsi, la caccia, e dunque non è libero arbitrio il loro, ma mero istinto di sopravvivenza. Che mazzata ho ricevuto quel giorno, l'ho odiata.
È insito nell'uomo guardare il cielo vedendo l'infinito e sognare di avere due enormi ali sulla schiena per poterlo solcare, varcarlo. Vediamo l'azzurro, tanto tanto azzurro, e vorremmo sfiorarlo, perché è immenso, senza fine; perché sfiorare l'irraggiungibile è come essere in grado di ottenere l'impossibile. Tutto quello spazio sconfinato ci dà l'idea di poterci muovere come vogliamo, di fare quello che più desideriamo, di essere scevri da costrizioni, obblighi, doveri, leggi e altre persone. Siamo noi e solo noi, nessun altro, nient'altro.
Io però non penso solo a questa libertà, io voglio essere una rondine e spalancare le ali al massimo della loro larghezza, sollevarmi dal ramo più alto di un albero e puntare dritta al sole. Volare ad una quota tale da vedere tutto quello che sta sulla Terra come piccoli puntini indistinguibili. Vorrei osservare il mondo dall'alto, essere solo una spettatrice indifferente di tutte le cose orrende che accadono, tutte le cose che odio non mi riguarderebbero più. Vorrei prendere le distanze da tutto e tutti con un semplice battito d'ali e andarmene. Voglio scappare via da ciò che non mi piace e che non posso cambiare, quello che mi fa male, volare dove niente può raggiungermi, dove niente può toccarmi; volare ove non posso essere ferita. Se fossi una rondine, la notte volgerei lo sguardo al cielo stellato sperando un giorno di volteggiare tra le stelle luminose e mi sfiancherei nel provare a farlo.
Ma non sono una rondine e non ho le ali, sono solo un essere umano come tanti altri, con due gambe. Mi limito a sognare l'irrealizzabile e a vivere camminando per il mondo, l'azzurro ce l'ho negli occhi ed essi sono spesso rivolti verso l'alto, soprattutto nelle notti prive di nuvole, incantati dalla meraviglia che possono solo osservare da lontano.

Nessun commento:

Posta un commento