martedì 8 dicembre 2015

Ignora.

Mi è capitato di leggere un post questa sera: ovviamente l'ho commentato, a volte non posso proprio asternermi dal redigere perle di scemenza. Infatti sono qua. Coerente  al mio essere. ahah
Di che cosa parla il post? Si trattava di un'immagine in cui c'erano, più o meno, le seguenti parole:

In questo momento il te stesso di 10 anni fa sta leggendo, 
se potessi comunicare con lui avendo a disposizione una sola parola
che cosa gli diresti?

Ci ho pensato, per più di qualche minuto, non mi veniva in mente nessuna parola che esprimesse, in se stessa, tutto quello che provo e dal quale vorrei mettermi in guardia, poi invece ero indecisa tra due parole: DIMENTICA o IGNORA. Dal titolo del post, avrete ormai capito quale delle due io abbia scelto, ma perché avevo questo dubbio?
Bisogna dire che io ho una memoria strana e pesante, ed è questa che anche mi rende la persona che sono. Sono una persona rancorosa, posso fare finta non mi sia stata fatta una determinata cosa, ma non la perdonerò mai veramente, e MAI la dimenticherò. Sarà sempre in qualche recesso della mia mente, silenziosa, ma pronta a tornare alla prima occasione, in agguato, in attesa di essere risvegliata da un nuovo atto, che io reputo ingiusto, compiuto nei miei confronti. Per questo mi allontano dalle persone che ritengo si siano comportate male nei miei confronti, perché non posso perdonare né lasciar correre. E non fatemi il solito discorso stupido: "non è giusto vivere così, verso te stessa e verso gli altri. È brutto, rimarrai sola. Se lo dico è solo perché sono preoccupato per te! ". Fichez moi la paix, je vous en prie, et allez vous faire foutre. Non sono cazzi vostri come vivo e non siete costretti a conviverci. Ma parlerò di questo in un secondo momento, non temete.
Tornando a noi, non è che io non dimentichi niente, ben lungi da questo! È solo che ricordo le cose piú assurde e assolutamente tutti i torti. Alcuni ricordi poi, belli, fanno i fantasmi e mi tormentano improvvisamente, presentandosi senza nemmeno bussare, imponendo semplicemente la loro presenza. E io mi trovo inebetita, lo sguardo perso nel vuoto, le lacrime che mi riempiono gli occhi e non oso sbattere le palpebre.
Ma io ho scelto IGNORA. Perché più che dimenticare quanto accaduto, bisogna ignorare. Ci sono cose che ti hanno fatto male e altre, in futuro, che te ne faranno; tutte le mancanze delle persone, i torti che hai subito e subirai... tutti quegli atti compiuti da altri che ti hanno fatto soffrire, che hai dovuto sopportare in silenzio, con l'anima in pezzi mentre facevi finta di nulla. Ignorali.
Ti verranno riversate addosso un sacco di parole, e la voce che le pronuncerà, le labbra da cui usciranno, apparterranno spesso all'ultima persona al mondo da cui le vorresti sentire. Ti verrano lanciate addosso come riso sugli sposi, allo scopo di colpirti, per farti male, come tutte quelle che le hanno precedute in passato. Alcune saranno sussurrate al tuo orecchio come una litania, suadenti, saranno quelle più letali, penetrarenno nel profondo del tuo essere ferendolo dove più è indifeso, ti faranno sanguinare. E infine, ci saranno quelle che avranno il solo risultato di confonderti, lasciarti amareggiato mentre ti chiedi "PERCHÉ? che senso ha?!", e non capirai l'intento col quale sono dette, ferirti o rincuorarti, affossarti o sollevarti. Non saprai se crederci, ma soprattutto se la persona che le ha prodotte crede lei stessa in esse, sembrerà convinta, ma le parole sono così contraddittorie e incoerenti che ti getterrano nel dubbio più profondo. Dal quale non vedrai uscita. Il tono, il significato stretto, il senso con il quale vengono sputate: tutto in contrasto. Una nota stonata di una sinfonia in disarmonia (?).
Perché star male? La soluzione per me rimane sempre ignorare, che tutto ti scivoli addosso senza scalfirti. Per quale ragione dovresti lasciarti investire dalle frasi cattive, crudeli, scomposte e prive di significato di qualcuno che, evidentemente, non è una persona degna della tua considerazione?
Io sono stata travolta da discorsi interi, certi violenti, altri accorati e disperati; alcune volte non ho capito perché mi si stesse facendo questo, altre volte quello che non ho capito è stato proprio dove si volesse andare a parare. Mi sono chiesta il motivo per cui, proprio in quel frangente, quelle determinate parole, mi venissero dette, cosa significassero realmente e se la persona che avevo di fronte credesse in quanto andava blaterando. Mi hanno ferita, mi sono sentita pugnalare più volte, le ho ascoltate inerme, in silenzio, incapace di replicare una qualsiasi cosa, non ero nemmeno in grado di avere una reazione per quanto fossero inaspettate, inattese, incomprese e talvolta dilanianti. Mi sono piombate addosso parole pesanti come macigni, proferite con il tono colloquiale con cui si disquisirebbe del tempo! Questo era ancora più disorientante delle parole stesse, quasi fossero proferite prive dell'ausilio della mente e senza ponderarne il valore, ma giusto per dire qualcosa. Il problema è che la gente non pensa quando apre quella cazzo di bocca, e un altro problema è che la apre per un proprio bisogno personale di riempire il silenzio. Quando il silenzio regna, si apre la boccaccia e si producono amenità, con la convizione poi di fare chissà quale esposizione attenta, intelligente e magari pure delicata. Ah!
Sono parole che pretendono di essere ascoltate, prepotenti. E le mie orecchie hanno sentito le cose più inverosimili, assurde e offensive che possano essere dette. Mi sono stati raccontati i viaggi mentali più incredibili con l'intento di farmici credere. Tavolta mi sono arrabbiata tanto da rispondere al fuoco col fuoco, altre la rabbia era a tali livelli da lasciarmi muta, lacrime di frustrazione che bruciavano i miei occhi umiliati da tale manifestazione di debolezza. Perché davanti a certe cose, veramente, non riesci ad avere una reazione per quanto sei stralunato, tempo perso a chiederti se hai visto e sentito bene.
In altri casi mi sono ritrovata sotto una pioggia di parole col groppo in gola, la faccia che minacciava di divenire una smorfia e le lacrime negli occhi pronte a sgorgare a fiotti. Ferita, da tutto, da quello che volevano dire, da quello che non capivano, del senso che non avevano. Ebbene, mi sono ritrovata a dover sorridere, cercando al contempo di mantenere fermi tutti gli altri muscoli facciali, il terrore di allentare la presa, le lacrime in bilico tra le palpebre e a lottare contro quel groppo che minacciava di storpiare la mia voce mentre tentavo di parlare, con nonchalance. E non avevo niente da rispondere. È dura, è dura. Vorresti solo scappare, all'istante, nel luogo più remoto e piangere, urlare; o prendere tutto a calci. Ma non puoi, e tutto tremante  devi ostentare indifferenza. Io non voglio fare finta di nulla, io voglio proprio non essere toccata da queste parole. Se le persone non sanno tacere, allora io non voglio più sentire. Se le persone non sanno comportarsi, io non voglio più subire e stare male. Voglio solo la capacità di ignorare, andare dritto per la mia strada senza voltarmi, senza essere fermata. Essere in grado di capire che in certi casi, per certe cose, per certe persone, non valga la pena star male e farsi coinvolgere; ma è completamente inutile se poi non riesco a fare niente per evitarlo. E per quanto me lo ripeta nella mia mente, al momento fatidico in cui devo dimostrare a me stessa che i miei pensieri non sono solo belle fantasie ma la realtà, ecco che mi ritrovo, nuovamente, con le labbra tremanti sul ciglio delle lacrime. E ancora una volta, non sono riuscita ad ignorare, e ancora una volta sono stata colpita e affondata.
Al diavolo voi e le vostre dolci parole imbottite di cianuro. Ipocriti di merda. Incoerenti del cazzo. Storditi di sta ceppa di minchia.

"Non ragioniam di lor, ma guarda e passa" come diceva Dante.

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